12/08/10

Karen Alkalay-Gut, Danza del ventre a Tel Aviv - Belly Dancing in Tel Aviv


Dire che un libro è scorrevole, sarebbe una cosa negativa? Non so, a volte mi pare di sì, leggendo recensioni su aNobii, voglio solo dire che ho finito "Danza del ventre a Tel Aviv" in meno do 24 ore, di sicuro richiede più di una rilettura ma una volta cominciato non potevo più fermarmi.

Posso constatare che la poetessa mischia alla grande, non ha uno stile unico, ci ho trovato delle poesie bellissime, tenere come "La nudità di mio padre" e delle cose che mi hanno lasciato completamente indifferente, p.es. "Vestirsi per i ricevimenti" della serie "fra donne si capiscono" (non ci credo per niente). Alcune come "Dopo" le vorrei definire miniracconti invece di poesie ma in quest'ultimo caso ne servivano due pagine. Inutile menzionare che la poetessa vive nella terra dei conflitti eterni e certo che questo influenza alcune delle poesie ma non "sfrutta" la situazione, ne per farsi vittima ne per giudicare altri. Un'altra cosa che ho notato è che molte scrittrici americane che hanno raggiunto una certa fame nel mondo letterario hanno adoperato uno stile quasi maschile, soprattutto quando si tratta di scrivere sulla sessualità, spesso usano un tono beffardo che trovo difficile di apprezzare, sarà che sono una donna troppo pudica oppure incapace di capire che il sesso spesso è una metafora per qualcosa altro.

Leggendo un libro di poesia tradotto verso un'altra lingua - non è la prima volta che lo faccio - mi dà un doppio piacere, anche perché la mia lingua materna non è una di quelle nel libro, così diventa anche un libro didattico per me. Ho scoperto che faccio spesso un paragone, in quale lingua si mostri più bella o interessante la poesia? Qui ho trovato alcune che definitivamente (secondo il mio modesto parere) suonano meglio in italiano, "Incantesimo contro l'insonnia" è una di queste, semplicemente meravigliosa.

Quello che mi è piaciuto di più della poesia di Karen Alkalay-Gut è il suo senso di umorismo che mostra un po' dapertutto, anche nelle poesie più impegnative. La ringrazia anche pubblicamente per "Sympathy for the devil" - io avrei lasciato il titolo in inglese anche nella traduzione italiana - che mi ha fatto ricordare una delle più belle serate della mia vita, un concerto con i Rolling Stones allo Stadio Olimpico a Stoccolma. Il clou della serata era indiscutibile vedere Mick Jagger emergere dal sottoterra, in una nuvola di fumo, col suo bastone in mano e il cappello a cilindro in testa, muovendosi come sa fare solo lui al ritmo dell'intro della mia canzone preferita. Quasi, quasi sognerò anch'io di Mick stanotte come l'amica di Karen. Ammetto che mi contraddico, non apprezzando le poesie sul sesso ma a volte servono davvero, parliamo del cantante de "The biggest rock'n rollband in the world" (così vengono sempre introdotti ai concerti) mica un Don Giovanni qualsiasi:-)
Karen Alkalay-Gut: Danza del ventre a Tel Aviv, a cura di Johanna Bishop e Andrea Sirotti
Titolo originale: Belly Dancing in Tel Aviv. Poems of Love and Survival.

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