Concludo questo anno con la stessa poesia con cui l'ho iniziato, ma la foto è un'altra. Sempre scattata nel mio paesello al Nord ma devo dire che questa costruzione mi sembra più stabile, più solida rispetto a quella del primo gennaio, se guardate bene scoprirete anche l'albero di Natale tra le colonne. Era una serata magica, ho fatto una passeggiata e ho trovato tutto innevato, gli alberi, le case, le strade. Il silenzio era totale. La poesia è di Edith Södergran, poetessa finnosvedese, purtroppo non so chi l'ha tradotta in italiano. Spero che anche il mio nuovo anno sarà più solido, più stabile.
Auguro a tutti un Felice e Sereno 2009.
IL MIO FUTURO
Un capriccioso attimo mi rubò il futuro,
messo insieme per caso.
Io lo costruirò molto più bello come lo pensavo al principio.
Io lo costruirò sul quel solido suolo
Io lo costruirò sul quel solido suolo
che si chiama la mia volontà.
Io l'alzerò sui pilastri alti che si chiamano i miei ideali.
Io lo costruirò con un passaggio segreto che si chiama la mia anima.
Io lo costruirò con un passaggio segreto che si chiama la mia anima.
Io lo costruirò con una torre alta che si chiama solitudine.
Edith Södergran, La terra che non è
1919
MIN FRAMTID
Ett nyckfullt ögonblick
stal mig min framtid,
den tillfälligt hoptimrade.
Jag skall bygga den upp mycket skönare
såsom jag tänkt den från början.
Jag skall bygga den upp på den fasta marken
som heter min vilja.
Jag skall resa den upp på de höga pelare
som heta mina ideal.
Jag skall bygga den med en hemlig lönngångsom heter min själ.
Jag skall bygga den med ett högt torn
som heter ensamhet.