23/01/11

Il ladro generoso che mi ha ispirato a dipingere


A volte, avendo voglia di dipingere si gira un po' in casa, in cerca di oggetti o d'ispirazione. Tirando fuori uno dei cassetti in cucina ho trovato il coltello e mi veniva in mente come è finito nelle mie mani. Anni fa, nella mia allora abitazione, è stato un furto, il ladro aveva forzato la porta che portava alla cantina dove si trovavano i depositi degli inquilini. A dire la verità, nemmeno una delle mie cose era riuscita ad attrarlo, al contrario, aveva lasciato un telecomando e questo coltello che alla fine mi diventava utile. Grazie.
Anche la cornice (e un'altra altrettanta bella) non serviva più al suo possessore, il mio collega l'ha trovata nella spazzatura e ha subito pensato...a me:-) A volte ha i suoi vantaggi non essere molto ricca, se poi uno ne riesce ad abbellire la casa o fare un dipinto, anche meglio.
Ho scoperto una cosa, gli oggetti li dipingo come li vedo anche se spesso escono storti e squilibrati ma io sono una volta fatta così comunque rispecchiano in qualche modo la mia personalità ma la cosa che davvero mi stupisce sono i colori. Se dipingo un oggetto come lo vedo io, i colore che finisce sulla tela spesso non ha niente a che fare con il colore "autentico" dell'oggetto in questione. I colori invece rappresentano davvero quello che sento, mi chiedo spesso come mai è così e a volte anche cosa significherebbe, come interpretare l'argento, il rosso, l'opaco che ho scelto io invece dell'oro, il verde o il trasparente che ha scelto qualcun'altro?

15/01/11

Donna nuda e poesia di Carol Anne Duffy tradotta in italiano e un tentativo di tradurla in svedese

Tempo fa ho fatto un dipinto di una donna nuda sdraiata su non so qualcosa e pochi giorni dopo una foto di un quadro di un maestro di un "Nudo di donna in piedi" ha tirato la mia attenzione, il dipinto doveva illustrare una poesia di Carol Anne Duffy

C'era la poesia in lingua originale accompagnata dalla traduzione di Giorgia Sensi Graziani, entrambe bellissime. Non so perché ma ho subito sentito la voglia di tradurla anch'io, e l'ho fatto, per bene o per male, non so. Voglio sottolineare che è una traduzione non autorizzata. Ecco tutte e tre:



Standing Female Nude (Carol Anne Duffy)



Six hours like this for a few francs.

Belly nipple arse in the window light,

he drains the colour from me. Further to the right,

Madame. And do try to be still.

I shall be represented analytically and hung

in great museums. The bourgeoisie will coo

at such an image of a river whore. They call it art.



Maybe, he is concerned with volume, space

I with the next meal. You're getting thin,

Madame, this is not good. My breasts hang

slightly low, the studio is cold. In the tea-leaves,

I can see the Queen of England gazing

on my shape. Magnificent, she murmurs,

moving on. It makes me laugh. His name



is Georges. They tell me he's a genius.

There are times he does not concentrate

and stiffens for my warmth.

He possesses me on canvas, as he dips the brush

repeatedly into the paint. Little man,

you've not the money for the arts I sell.

Both poor, we make our living have we can.



I ask him, Why do you do this? Because

I have to. There's non choice. Don't talk.

My smile confuses him. These artists

take themselves to seriously. At night I fill myself

with wine and dance around the bars. When it's finished

he shows me proudly, lights a cigarette. I say

Twelve francs, and get my shawl. It does non look like me.



Nudo di donna in piedi



Sei ore così per pochi franchi.

Culo tette pancia alla luce della finestra,

me lo toglie tutto il colore. Un po' più a destra,

Madame. E cerchi di star ferma.

Sarò ritratta nei particolari e appesa

nei grandi musei. La borghesia andrà in visibilio

davanti al quadro di una puttana del Lungosenna. La chiamano Arte.



Sarà. Lui si preoccupa di spazio e volume.

Io della cena. È dimagrita,

Madame, non va bene. Ho il seno

un po' cadente, lo studio è freddo. Nelle foglie del tè

vedo la Regina d'Inghilterra che osserva

la mia figura. Magnifico, mormora,

e passa oltre. Mi viene da ridere. Lui si chiama



Georges. Dicono che sia un genio.

A volte non ci concentra

e il mio calore lo eccita.

Mi possiede sula tela affondando

più volte il pennello nel colore. Poveruomo,

non li hai i soldi per le arte che vendo io.

Poveri entrambi, tiriamo avanti come possiamo.



Gli chiedo, Perché lo fai? Perché

devo. Non ho scelta. Non parlare.

Il mio sorriso lo confonde. Questi artisti

si prendono troppo sul serio. La sera mi riempio

di vino e ballo nei bar. Quando è finito

me lo mostra con orgoglio. Si accende una sigaretta. Io dico

Dodici franchi e prendo lo scialle. Non mi somiglia.



(Traduzione di Giorgia Sensi da: Carol Anne Duffy, La donna sulla luna, a cura di Giorgia Sensi e Andrea Sirotti, Firenze, Le lettere, in corso di pubblicazione.)



Nakenstudie av stående kvinna



Sex timmar så här för några ynka franc.

Mage tuttar ända i fönsterljus,

han tömmer mig på färg. Lite längre åt höger,

Madame. Och försök att stå still.

Jag ska betraktas i minsta deltalj och hängas upp

på de fina museerna. Borgarbrackorna ska kuttra gillande

inför bilden av en hora vid flodstranden. De kallar det för konst.



Kanske. Han är upptagen av rymd och volym,

jag av nästa måltid. Ni börjar bli mager,

Madame, det är inte bra. Mina bröst börjar hänga

något, ateljén är kall. I tebladen

ser jag Englands drottning som kisande betraktar

min figur. Magnifikt, mumlar hon

och går vidare. Det får mig att skratta. Hans namn



Georges. Det sägs att han är ett geni.

Det finns stunder då han inte koncentrerar sig

och blir upphetsad av min värme.

Han äger mig på duken, när han doppar penseln

gång på gång i färgen. Lille man,

du har inte råd med den konst som jag säljer.

Fattiga båda två, hankar vi oss fram så gott det går.



Jag frågar honom, Varför gör du detta? För att

jag måste. Det finns inget val. Prata inte.

Mitt leende förbryllar honom. Dessa konstnärer

tar sig själva på alltför stort allvar. Nattetid så fyller jag mig

med vin och dansar i barerna. När det är fullbordat

visar han mig stolt, tänder en cigarrett. Jag säger

Tolv franc, och tar sjalen. Det liknar inte mig.



(Översatt till svenska av Karin Helena Vikström.)